Pitti Immagine Uomo: che la stagione inizi!
Punto di riferimento per l’uomo moderno, Pitti Immagine Uomo è il luogo dove gli autentici estimatori dell’eleganza si incontrano per parlare attraverso la lingua della moda del buongusto e del lifestyle.
Punto di riferimento per l’uomo moderno, Pitti Immagine Uomo è il luogo dove gli autentici estimatori dell’eleganza si incontrano per parlare attraverso la lingua della moda del buongusto e del lifestyle.
Alla 102esima edizione di Pitti Immagine Uomo le suggestioni per il futuro dell’eleganza maschile non sono mancate. 640 i brand che hanno partecipato di questi il 38% circa proveniente dall’estero.
Rispetto al passato il percorso si è ampliato e le nuove collezioni si sono potute ammirare attraverso cinque macro aree. Cinque percorsi speciali che raccontano le diverse anime del menswear di oggi: Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling, e S|Style “sustainable style”, progetto di Fondazione Pitti Discovery dedicato al menswear responsabile.
Il tema della stagione andata in scena dal 14 al 17 giugno 2022 è PITTI_ISLAND presentata così dalle parole di Agostino Poletto, direttore generale di Pitti immagine:
“PITTI _ ISLAND sarà un’isola immaginaria, collegata con tutto il mondo in uno scambio reciproco e costante. Una terra dalla botanica selezionata, socievole e aperta, a volte divertente, riflessiva e coinvolgente, sensibile alle idee, per incontrarsi, per stare insieme prima di riprendere, ciascuno, il proprio viaggio. In tutto questo leggiamo una metafora perfetta dei nostri saloni e degli obiettivi che vogliamo raggiungere a ogni edizione, selezionando il meglio della creatività fashion”.
Il tema guida dell’isola diventa lo scenario da cui sviluppare gli allestimenti all’interno dei padiglioni e nel piazzale della Fortezza da Basso che accoglie i tre saloni Pitti Immagine.
Per Pitti Uomo, l’isola è un luogo circoscritto in cui sperimentare, riflettere, rigenerarsi. Per Pitti Bimbo si trasforma nell’Isola del Tesoro, luogo di avventure che riporta i bambini ad un’esperienza sensoriale, di gioco e di relazione. Infine, per Pitti Filati, la vegetazione rigogliosa dell’isola diventa materia prima da intessere, per sperimentare e al tempo stesso ritrovare la naturalità dei tessuti.
Attraverso questo concept sono stati sviluppati gli allestimenti all’interno dei padiglioni e nel piazzale della Fortezza da Basso.
“Il lavoro creativo è stato stimolo per una riflessione sulle possibilità infinite del concetto stesso di isola, sulle opportunità che “scoprire” ed “esplorare” possono offrire e sul senso stesso del viaggio, del passaggio e del segno che lasciamo o che vogliamo lasciare”, raccontano Lucio Aru e Franco Erre. “L’intento, per quanto riguarda l’approccio visivo, è stato di raccontare un universo dinamico, una storia che parlasse di evoluzione, esplorazione e curiosità. Un’immagine d’insieme che fosse al contempo lirica e terrena”.
L’isola, punto fermo interiore da cui partire per incontrare e confrontarsi. Perfetta metafora per l’uomo consapevole di uno stile personale in continua evoluzione.
Formale maschile contaminato: l’uomo che verrà abbraccia l’idea di un nuovo tailoring. Dal sartoriale allo smart casual, dal college allo street, il guardaroba guarda al buon gusto di codici contemporanei virati all’uso quotidiano.
Lo styling gioca un ruolo fondamentale nel dialogo tra diversi registri: capispalla sviluppati in una varietà di texture tratte da classici check, overcheck, gessati, regimental e military.
La giacca mostra volumi e rever più importanti, le overshirt associano tessuti naturali e neoprene o jersey. La giacca cappuccio si rinnova con una pettorina in felpa o nylon a contrasto, l’outerwear familiarizza con una vestibilità votata al comfort. Tessuti overcheck spinati e panni danno vita a pezzi forti come il coat lungo con cintura, talora
patchwork, sempre duttile alle trasformazioni. E ancora, se i pantaloni allargano i fondi e diventano più baggy, gli abiti sono morbidi e performanti, il completo bicolor ripensa il gessato e il check.
In equilibrio fra heritage, prep style e streetwear, piumini e varsity si ammorbidiscono tra panno e nylon.
Il knitwear vive di vita propria o si avvicina ai look in tessuto. L’effetto materico si esprime su capi voluminosi ma soft, maglie più raw o minimali, pezzi sottili da portare anche a pelle. Dallo spirito active derivano invece capispalla preziosi a prova di pioggia e neve, ideali per la città come per l’outdoor. Lane finissime con membrane three layer, poliestere e viscosa stretch con finissaggi antipioggia e antivento, panni di lana accoppiati a jersey scuba.
Nei momenti leisure, la giacca-camicia sportiva e i pantaloni gym in filati esclusivi sanno reinterpretare i must del citywear con un twist sartoriale.
Giacche varsity, cappotti con cappuccio in cashmere, giacche teddy e doppiopetti oversized, ma anche bomber e pantaloni con coulisse. Mentre la maglieria interviene su felpe con logo in perfetto clima street deluxe, la transizione sostenibile della produzione segue il concetto di economia circolare. La scelta di filati naturali contagia un cashmere ibrido, parzialmente riciclato, attento agli equilibri tra comfort e rispetto per il pianeta. A toni caldi e neutri si alternano verdi e azzurri nordici e invernali.
Dedicato al warrior metropolitano, il guardaroba punta su capi multifunzionali, strutturati e versatili, per un utilizzo all day long. I capispalla, dal giaccone al parka passando per field jacket e piumino, sono spesso concepiti in chiave genderless. Tra i materiali, nylon e cotone organico water repellent, ma dal touch confortevole, mentre i pezzi in Sensitive accostano proprietà elastiche e tecniche.
Se la goose jacket accoglie imbottiture eco, processi di cucitura a caldo garantiscono massima protezione contro pioggia e vento. Mix di tessuti, cotoni trapuntati e trapunte in nylon creano contrasti tra lucido e opaco. Per i giorni più freddi, via libera a giacche in piuma voluminose e reversibili, in neoprene stampato abbinato al nylon. Stampe trompe l’oeil riflettono un effetto maglia con fantasie tipiche dei maglioni nordici.
L’eleganza dei college americani ispira capispalla e una maglieria a righe con loghi e patch. La palette cromatica valorizza panna, cammello, blu, testa di moro e diversi toni di grigio. Arancio, giallo e celeste, colorano un utilizzo discreto di accessori e dettagli su maglieria, felpe e gilet per una visione contaminata dal formale.
Il mondo tecnico e performante entra nel guardaroba con tessuti in nylon stretch su trench, parka, bomber, piumini e puffy.
Giacca e pantaloni vantano le performance di tessuti antipiega, antigoccia e super stretch, alternandosi al total look in denim. Sfumatura spiccatamente street per varsity con patch e maniche in ecopelle. Alle atmosfere dettate da uniformi college si aggiungono hoody e crewneck over, pantaloni cargo e in gabardina doppiata.
Passe-partout tra i più inossidabili, è modellato sulla personalità di chi lo indossa, giorno dopo giorno. Per i cultori del denim, l’atmosfera è rilassata ma energetica: spesso declinato in versione comoda, con chiusura regolabile e fit di ispirazione giapponese.
Un armadio fatto anche di pantaloni cargo, camicie fluide, jeans classici e straight o stile anni ’70. Un viaggio tra durevolezza di tele rese performanti, contributi alla
sostenibilità ambientale e lavaggi d’archivio. Tessuti naturali arricchiti da dettagli military e inflessioni workwear raccontano l’evoluzione di questo capo timeless, da personalizzare attraverso l’uso quotidiano. La sensibilità eco-responsabile ripensa la
I tessuti sono iper ricercati come cotone egiziano, denim e cachemire, cimosati dal Giappone, fibre hi-tech. scelta di minuterie: bottoni, rivetti e zip a basso impatto ambientale in acciaio non galvanizzato. E poi dettagli green come salpe in cuoio riciclato e fodere in cotone organico trattate con lavaggi ad acqua.
Capi che dichiarano una missione comune: la tutela del pianeta. Focus su tecniche all’avanguardia per la tintura dei materiali, con soluzioni capaci di ridurre il consumo di acqua. Sempre più evolute, nuove capsule in maglia impiegano filati nati dalla conversione di bottiglie di plastica recuperate in mare.
L’attenzione alla sostenibilità culmina su capi come l’abito washable e antibatterico in alternativa al completo biodegradabile. E ancora, via libera a progetti upcycling di sneakers uniche e irripetibili. Diventano pezzi must-have, realizzati recuperando capi usati e prodotti di scarto.
Il lato urbano di nuove ispirazioni military detta applicazioni patchwork, stampe mimetiche dipinte a mano raccontano suggestioni d’archivio. Sono spunti ricchissimi tratti dall’arte e dalla tradizione filtrata da un gusto sempre personale. Lo stile incontra i concetti di praticità e innovazione propri dei pantaloni utility. È un inverno che punta su velluti, drill di cotone, fustagno, jersey in alternativa al denim. Il capo evergreen per eccellenza è virato in versione comfort, con chiusura regolabile e una mano di ispirazione giapponese.
Effetti originali dati da metodi innovativi di tintura e lavaggio rompono con i processi tradizionali di confezione della pelle. Giacche che combinano young style e un materiale antico, da reinventare avvalendosi anche di trattamenti vintage. E ancora, i mood del knitwear ripensano disegni d’archivio: alternative alla polo, eleganti dettagli di colli, segni di usura e rammendo accanto a motivi jacquard. Sottili armonie di colore su jacquard e intarsi introducono a geometrie e tracce floreali o rendono unico l’eco-cashmere. Ispirazioni storiche da reimmaginare anche attraverso lo styling.
Ph Credits: AKAstudio-collective